Allodi: “La Sblocca Cantieri tra luci e ombre. È fondamentale superare tutte le criticità”
La vicepresidente della sezione Edili dell’Unione Parmense degli Industriali parla della legge da poco approvata
“La legge Sblocca Cantieri, appena approvata, introduce positivi correttivi ‘urgenti’ alla normativa in materia di opere pubbliche, modifiche invocate fortemente da tutti gli operatori del settore. Nonostante il nome ambizioso della norma, permangono però alcune importanti criticità che, se non superate, rischiano di compromettere gli obiettivi di sblocco e di crescita, impedendo il rapido utilizzo delle risorse stanziate”.
È quanto afferma Michela Allodi, vicepresidente della sezione Edili dell’Unione Parmense degli Industriali, sottolineando come l’approvazione dello Sblocca Cantieri sia un primo segno tangibile della volontà di mettere il settore delle costruzioni al centro dell’agenda politica ed economica del Paese.
“Positiva la norma che prevede entro 180 giorni il ritorno a un Regolamento Generale – osserva – e il superamento della ‘soft law Anac’ è importante per restituire alla disciplina attuativa del codice certezza e cogenza normativa. Sei mesi è il tempo stimato per avere il nuovo regolamento. Solo allora decadranno i provvedimenti attuativi in vigore che fanno però riferimento a un quadro normativo superato, per non dire stravolto, e in parte incompleto”. La riforma del 2016, nonostante fosse ispirata da ottimi principi, “a distanza di tre anni, è stata attuata solo in ragione del 30%, mancano infatti all’appello ancora 2/3 delle linee guida – prosegue – questo complica ancora di più il guado in cui ci si trova e il rischio di lasciare gli enti e gli operatori in balia di principi normativi privi di qualsiasi bussola operativa. L’auspicio è che venga approvato quanto prima il regolamento che chiarisca tutti gli aspetti operativi”. Altro punto positivo della nuova norma è l’estensione agli ultimi quindici anni del periodo di riferimento per la comprova dei requisiti funzionali al conseguimento della qualificazione Soa “al fine di supportare le imprese che, duramente colpite da una crisi ultra decennale – continua Michela Allodi – rischierebbero di perdere la qualificazione a causa dei pochi affidamenti acquisiti negli ultimi tempi, con definitiva estromissione dal mercato dei lavori pubblici”. In tema di criteri di aggiudicazione “è fortemente apprezzabile la scelta di abbandonare definitivamente il criterio del massimo ribasso, che ha dimostrato negli anni di essere foriero di distorsioni competitive a causa di prestazioni di scarsa qualità – rimarca -. Questo criterio infatti potrà essere utilizzato fino alla soglia comunitaria, obbligatoriamente insieme all’esclusione automatica delle offerte anomale. La stazione appaltante potrà scegliere in autonomia e, nel caso in cui scelga un criterio diverso da quello del prezzo, non dovrà fornire nessuna giustificazione”.
In questa direzione va anche la modifica tesa a ripristinare il limite del 30% al punteggio massimo attribuibile alla componente economica dell’offerta, in quella economicamente più vantaggiosa “per evitare che con un’eccessiva valorizzazione dell’aspetto economico – precisa – possa trasformarsi di fatto in un ribasso mascherato”.
Apprezzabile, secondo Michela Allodi, anche il recupero “di un’equilibrata disciplina delle procedure negoziate sotto soglia e l’eliminazione della disposizione di esclusione dalla procedura per irregolarità fiscali e contributive non definitivamente accertate”.
In ogni caso, nel nostro territorio, i punti principali di criticità segnalati dagli operatori restano: tra questi il subappalto, perché viene posto ancora un limite (40% della quota complessiva del contratto, prima era il 30%) con facoltà dell’ente di prevederlo, seppure si è alzato il tetto ed eliminata l’indicazione della terna in sede di offerta.
“Evidentemente – commenta Allodi – non si riesce a far comprendere ciò che realmente è: una metodologia di organizzazione dei vari fattori della produzione”. Desta forte perplessità anche l’utilizzo del sorteggio da parte di alcune amministrazioni per la selezione degli operatori da invitare alle procedure negoziate senza bando, “che non valorizza le caratteristiche di qualificazione dei singoli soggetti che hanno manifestato interesse a partecipare” aggiunge. Altri limiti dallo split payment “con le imprese già colpite dal problema dei ritardati pagamenti da parte della pubblica amministrazione è effettivamente un maggior danno. Andrebbe perfezionata la qualificazione delle imprese apportando migliorie al sistema Soa, al fine di garantire l’accesso al mercato di soggetti realmente idonei. La proposta è quella di implementare la qualificazione Soa con i requisiti qualitativi/reputazionali, idonei a misurare il curriculum dell’impresa”.
25/06/2019